(ovvero esportare innovando con Impresa4.0 )
In molti paesi esteri il fatturato dei canali retail è crollato del 30% . Questo a causa delle piattaforme online che anche da noi stanno erodendo il commercio tradizionale.
Il digitale cambia il comportamenti dei consumatori e ancora di più evolve il comportamento d’acquisto e le modalità di approvvigionamento dei buyer internazionali.
Chi non sa gestire questa evoluzione, specie nei settori food, bio, lifestyle è destinato a essere spazzato dal mercato.
Già da tempo si sa che per un export attrattivo e competitivo non basta più fare un bel sito web e portare un buon prodotto in giro per le fiere. Vanno presidiati non solo i canali proprietari (sito, social) ma anche canali esterni, associati, di territorio, di filiera.
Il digitale impone di essere molto più efficaci rispetto al passato nel gestire i rapporti con i propri clienti, dotare l’azienda di strumenti e processi in grado di generare valore , apprendere i nuovi modelli di export e implementarli sia nei sistemi interni sia nelle piattaforme e nei canali esterni.
Questo si chiama vivere l’export digitale e l’impresa 4.0 . Ma l’export 4.0 non è per tutti. Possono beneficiarne con successo solo gli imprenditori e manager che comprendono 7 fattori critici:
1. che l’export è una attività che coinvolge tutta l’azienda e non solo il reparto vendite. Vuol dire visione strategica “acquisisco clienti e business che dura nel tempo” e non di bottega “vendo prodotti e faccio cassa”.
2. Che le piattaforme digitali e il CRM non sono software ma strategie vincenti per la acquisizione e soddisfazione dei clienti.
3. Che il processo di export deve mettere al centro non il prodotto ma la persona del cliente distributore-partner, il suo bisogno, il suo comportamento d’acquisto.
4. Che agevolazioni e incentivi export e innovazione sono preziosi e vanno intercettati e sfruttati per tempo. Se no lo faranno i vs concorrenti.
5. Che l’export non può essere temporaneo o occasionale, e va gestito permanentemente, con risorse esterne o interne in coerenza con la struttura aziendale.
6. Che come strumento di attrazione dei buyer le piattaforme b2b sono preferibili alle fiere, che restano importanti ma sono meri momenti di incontro.
7. Condividere condividere condividere: partecipazione collettiva ad eventi, manager frazionali, piattaforme specializzate come ItaliaLongevity o i portali regionali o gli marketplace internazionali B2B di settore, aggregazioni di rete. Si spende meno si ricava molto di più.
Meditate. La minaccia del calo dei canali tradizionali è una opportunità per chi è determinato a intercettare i canali emergenti .
In piu’ l’investimento ve lo pagano le agevolazioni a fondo perduto . Ci state ancora pensando o volete lasciar scadere i bandi aperti?
C’è una pletora enti e associazioni che fanno eventi tutti uguali e ripetitivi sull’export, sull’innovazione , sul digitale, sui finanziamenti: è mai possibile che nessuno metta tutte queste cose insieme finalizzandole a iniziative condivise e al raggiungimento di vera competitività internazionale, che è poi l’obiettivo di ogni esportatore e insiemo quello del piano impresa 4.0 ?
Ci proviamo insieme ai colleghi che partecipano alle iniziative Uniexportmanager, l’associazione dei professionisti impegnati in questa non facile attività . Nelle prox settimane terremo, in collaborazione con le più importanti associazioni di PMI, seminari aperti a imprenditori e manager in Lombardia , Veneto, Piemonte,Sardegna . Possibile anche la partecipazione a distanza. Chiamate chi vuol partecipare, la partecipazione è a numero chiuso ma gratuita.
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