Da sempre l’arte della guerra  ha influenzato le scuole di management e le strategie di business. E’ internet il fattore critico,  e vince  chi sa adattarsi rapidamente e usare a proprio vantaggio le tecnologie,  in guerra cosi’ come nel business internazionale.

I  colonnelli turchi pensavano che bastava impossessarsi della televisione per prendere il potere,  cosi’ come  il sistema che presiede all’export in  Italia  pensa che bastano le  grandi fiere, o eventi effimeri come Expo2015, per vincere sui mercati esteri.
La strategia dei  militari golpisti  è rimasta ferma  ai modelli di scuola.  Non hanno saputo adeguare la loro azione al contesto emergente e pervasivo  di internet. O meglio ci hanno provato senza riuscirci perché poi lo stesso strumento internet  è stato utilizzato  per neutralizzarli.

Uguale errore madornale è commesso dall’ export istituzionale del sistema Italia.  Tutto incentrata su vecchi modelli di scuola obsoleti.

Oggi in guerra come nel business chi ignora  la potenza internet dell’ avversario  ne rimane  travolto. Tanto piu’ quando l’avversario sa come usare l’internet.

Lo sviluppo internazionale  delle tantissime piccole aziende di qualità deve essere sostenuto  con semplici interventi che portano alle aziende ad adattarsi ai nuovi contesti digitali e padroneggiare le tecniche per trarne vantaggio.

Invece si danno finanziamenti a pioggia per fare fiere o  reclutare (a tempo) stagisti export manager. Che non sarebbe neanche malissimo se gli stagisti non fossero venduti come export manager e se qualcuno  insegnasse a questi giovani nativi digitali tecniche export  adatte alle pmi, invece che modelli obsoleti e buoni solo per le corporate.
Vedi anche il pulse linkedin:    4 cose sbagliate che vi dicono sull’export  pubblicato qualche settimana fa.

A dire il vero esiste anche  un abbozzo di approccio internet del sistema Italia. Si tratta di accordi con Amazon, Google, Alibaba, magari entrano le Poste, qualche volta le associazioni di categoria o le camere di commercio. Ma è un contesto dove il pubblico cerca solo  un facile  ritorno  propagandistico e alle imprese utenti resta poco o niente. E’ un approccio caratterizzato da grande reverenza e sottomissione verso i colossi dell’online. Questo genere di  accordi  (che nessuno ci dice quanto costano)  possono far vendere online qualche tappeto o qualche bottiglia di vino. Ma non insegnano niente alle aziende e  una volta finito l’accordo quello che resterà sarà solo uno spot a favore dei grandi portali. Dove i prodotti dei piccoli produttori sono invisibili.

Cosi’ come nelle fiere collettive internazionali, dove le microaziende sono mandate a fare tappezzeria elemosinando l’attenzione di buyer distratti attratti solo dai  grandi nomi.

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Il sistema paese deve porsi l’obiettivo di  aumentare drasticamente il numero delle aziende esportatrici, potenziando le aziende invece che propagandare se stesso e sbandierare improbabili risultati  di  crescita fatturato export. Oggi non lo fa. Forse perchè  i numeri di fatturato estero fanno notizia più del numero di esportatori, ancora ridicolmente basso.

Ma se  il sistema paese sta fermo a contemplarsi l’ombelico, sono le piccole aziende che devono fare il “Golpe” per conto loro. Occorre  smettere di pensare che bastino vecchie tecniche come occupare le fiere e la televisione. Honny soit qui mal y pense.  Parlo del golpe per vincere sui mercati , naturalmente  🙂 .

Su internet le piccole aziende Italiane si muovono in ordine sparso e quando fanno rete lo fanno solo per recuperare incentivi.  Invece è incredibile la quantità di vantaggi generati  applicando a gruppi di piccole imprese di qualità  le tecniche innovative di marketing digitale, valorizzando la loro  flessibilità,  accedendo  in modo non burocratico ai  vantaggi della condivisione e della sharing economy.

 E se pensate di essere troppo piccoli per avere impatto adeguato sull’export,  pensate al quello che può fare una zanzara nella vostra camera da letto .  Le aziende che diventano zanzare digitali possono fare molto male ai loro concorrenti sui mercati . Basta che evitino di farsi schiacciare.

Diversi anni fa, agli albori del web,  avevo scritto uno dei primi manuali italiani sul Guerriglia Marketing Online (Le 77 tecniche del commercio elettronico) , si trova ancora, da qualche parte, su internet.

Dopo tante storie di piccole  aziende smart, sia tradizionali che startup ,  aiutate a fare con successo  il loro Golpe sui mercati esteri  penso di uscire con  un nuovo manuale di tecniche per l’export Agile nell’età digitale.

Per ora bastano queste riflessioni di una notte di mezza estate sull’arte della guerra applicata al  business digitale.

Beppe Vargiu