Il Garante delle PMI attraverso la ultima relazione annuale prevista dallo Statuto delle Imprese ha individuato le priorità per le PMI e le ha comunicate al Governo. Se volete leggere le 40 pagine della relazione ecco il link: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/per-i-media/comunicati-stampa/2032380-riparte-dalle-pmi-innovative-e-internazionalizzate-la-ripresa-economica La ricetta partorita dalla burocrazia ministeriale è quella di incentivare le PMI a rivolgersi a professionisti dell’e-commerce, a manager e a figure professionali esperte di innovazione e internazionalizzazione.

Le priorità individuate dal garante:

  1. aggregazione di impresa.
  2. innovazione e tecnologia
  3. internazionalizzazione
  4. finanza agevolata per le MPMI.
  5. economia digitale ed e-commerce,
  6. nonché sviluppo professionale e managerialità.

Il Garante auspica anche maggiore visibilità per i nuovi strumenti di agevolazione Peccato che nessuno lo abbia informato che le aziende sui nuovi incentivi annunciati visibilità ne hanno fin troppa, fra roadshow , conferenze , passerelle in TV, tutti annunci di misure alle quali non viene data attuazione. C’e’ bisogno di istituzioni che quando fanno annunci li attuano in tempi certi e senza burocrazie inutili.

E forse dal garante le piccole aziende si aspettavano qualcosa in piu’. Per esempio sui tempi della giustizia e della PA, sul fatto che una piccola impresa non puo’ avere i mezzi per opporsi a vessazioni di fisco, banche, burocrazia, sulla semplificazione degli adempimenti. Ma è gia qualcosa .

Dal garante, ora che ha finalmente scoperto le priorità, le aziende si aspettano che verifichi la puntuale attuazione di queste misure auspicate.

Ecco , imho, le priorità vere:

1 Favorire le aggregazioni che semplificano il lavoro delle aziende sui mercati esteri invece che complicare la vita con apparati e contratti di rete che rendono tutto piu’ lungo , piu difficile e piu’ costoso.

2 Finanziare innovazione e tecnologia limitando il ricorso alle istruttorie bancarie la cui totale incompetenza in materia è conclamata.

3 Sostenere l’export delle piccole e piccolissime imprese con misure semplici ed efficaci come i voucher il credito fiscale. Queste risorse devono essere erogate alle aziende senza l’intermediazione di organismi piu’ o meno pubblici , perche’ altrimenti sostengono le burocrazie e non l’internazionalizzazione.

4 Una finanza agevolata che oltre a favorire la creazione di 3000 startup innovative (in italia ne abbiamo piu della silicon valley ) ne valorizzi le reali possibilità di capitalizzazione e finanza alternativa.

5 E commerce e banda larga vanno bene: ma perché non parliamo di abbattere le tariffe internazionali di spedizione, il costo delle transazioni di banche e carte di credito. E per l’internet ancora succede che passano 40 giorni per l’attivazione di una banale ADSL.

6Sviluppo professionale e managerialità. Quante piccole e piccolissime aziende possono permettersi un export manager, e quanti manager hanno capacità di lavorare con le microimprese? Serve potenziare cultura imprenditoriale aprendo la mente dei piccoli imprenditori con interventi e progetti agili, uffici export condivisi, benchmarking, capacità di intervenire su quello che è il vero bisogno delle nostre aziende: imparare come si vende all’estero nell’età digitale. Non servono maxi-stipendi a ex manager piu’o meno temporary: i manager se son bravi troveranno il modo di diventare imprenditori o sistemarsi con le medie imprese, se non sono bravi perche’ appiopparli alle piccolissime aziende?

BeppeVargiu – ItalyBureau Alliance /and