Il digitale spinge l’export Veneto e Friuli a 78 miliardi. Non solo digitale, e non solo nordest : tutto il madeinItaly delle PMI deve imparare in concreto come svilupparsi sui mercati esteri attraverso l’ innovazione 4.0, che per la maggior parte di noi resta un oggetto misterioso o un etichetta par fare i convegni. Perché quello che conta è capire come hanno fatto i colleghi a ottenere i risultati , prendere esempio , riproporre le pratiche migliori all’interno delle loro aziende.
Questo articolo di @Sandro Mangiaterra sul Corriere ci aiuta con una serie di best practice da cui anche piccole piccolissime aziende possono trarre esempio e ispirazione per fare un export intelligente.
Il primo insegnamento è essere attivi : solo chi si da fare porta risultati: non puoi aspettare che il tuo prodotto si venda da solo. A dire il vero da sempre gli imprenditori veneti vanno in giro per il mondo con valigetta e fiere a cercare clienti caccia di clienti ai quali vendere i prodotti e tornare “coi schei” .
Ma questo non basta piu’: l’approccio internazionale va reso strutturale e non temporaneo, e sostenuto da innovazione nei prodotti, nei processi, nell’ingaggio dei collaboratori.
Il secondo insegnamento è che con il digitale cambiano le regole del gioco. Oggi sono i clienti che arrivano direttamente alle imprese attraverso l’innovazione dei loro prodotti e la capacità di attrazione esercitata dalle aziende e amplificata dal digitale. Anche qui è necessario essere attivi, ma in modo diverso. Il business digitale consente anche a piccole e piccolissime aziende di ottenere straordinari e attrarre clienti, buyer, investitori identificandoli , profilandoli e interagendo con loro con nuove metodologie che costano molto meno e rendono molto di più rispetto a fiere e missioni.
La politica degli incentivi del governo sembra aver compreso questo fatto (vedasi il successo del voucher digitale nel 2018: bando semplice , essenziale, piccoli importi ma reale beneficio) , ma per esempio i nuovi voucher 4.0 sembrano piu’ ostici perché non è chiaro l’obiettivo dell’innovazione e il collegamento a un ritorno economico su mercati. E le aziende non ci credono perche’ l’incertezza di tempi , procedure complicate e scarsa trasparenza in passato hanno fiaccato il loro entusiasmo. Servono azioni positive che ristabiliscano la fiducia. Meno propaganda e piu’ esempi concreti .
Una delle strade da percorrere è il benchmarking. Ossia mettere a confronto le pratiche di export e innovazione, trovare le migliori o quelle più adatte , e implementarle nella propria realtà aziendale . O anche il Guerriglia marketing: sfruttare le caratteristiche dei media con trovate creative per ottenere visibilità internazionale ( vedasi il post su linkendin:
https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:6544192756439404544/
Si parlerà di export e innovazione in una serie incontri aperti organizzati in Luglio da CNA Lombardia CNA Padova in collaborazione con Uniexportmanager: mettere l’innovazione al servizio dell’export . Info press@uniexportmanager.it.
http://www.cnacomo.it/internazionalizzazione/notizie/4898-serate-informative-sull-export.html
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