Certo, notorietà imprenditoriale e capacità finanziaria sono importanti , ma nell’export per chi ci sa fare la dimensione di small business consente di sfruttare formidabili vantaggi competitivi.
A condizione di non giocare a fare i grandi e cercare di competere con loro sul terreno ove non possiamo vincere: fiere, canali tradizionali, prezzi.
La piccola impresa deve lavorare l’estero con strategie adatte alla sua dimensione, e deve combattere i concorrenti con tecniche simili a quelle che con le quali i guerriglieri hanno sopraffatto i grandi eserciti.
Sono passati molti anni da quando ho portato in Italia le tecniche Guerrilla Marketing di Jay Conrad Levinson, applicandole al commercio elettronico allora nascente .
I suoi insegnamenti restano quanto mai attuali e anzi lo stesso Kotler , l’indiscusso il padre fondatore del marketing, in qualche modo ne ha preso atto quando dalle 4 P (prodotto prezzo localizzazione pubblicita) è passato agli elementi chiave del marketing 2.0 incentrati sui contesti social e soprattutto sulle conversazioni facilitate dall’interazione digitale online.
E’ proprio la capacità di parlare e interagire con gli interlocutori esteri il vero fattore critico di successo della piccola azienda.
Le piccole aziende di qualità sono il cuore dell’economia del nostro paese . I veri eroi del made in italy sono i piccoli produttori che si ostinano testardi, tra mille difficoltà, a lavorare e produrre in questo paese. Ogni giorno mi capita di scoprire al nord al centro e al sud nuove piccole aziende meravigliose, sconosciute ai più, che sono veri e propri gioielli da valorizzare nei mercati esteri. In tutti i settori: dalle startup innovative, agli ingredienti dei gelati, alla dieta mediterranea che porta longevità
Solo bisogna affiancare il loro export con strategie intelligenti, interventi rapidi e non invasivi , investimenti graduali e focalizzati sugli obiettivi . Le grandi organizzazioni concorrenti impegnate nei loro complessi piani di marketing non devono accorgersi che noi siamo arrivando direttamente sui clienti obiettivo . O che nuovi modelli di business possono cambiare le regole. O che abbiamo scoperto canali di vendita alternativi.
Sul nostro computer o sul telefonino la pagina web col profilo e i prodotti della nostra piccola azienda occupa lo stesso spazio del prodotto industriale dei colossi. Ma la visibilità e credibilità internazionale dei grandi marchi non può essere arginata. se non conquistando il rapporto diretto coi nostri interlocutori esteri.
Volutamente ho usato il termine interlocutori , e non buyer, o clienti. Perche prima si parla , ci si comprende , si costruisce un rapporto. Poi si vende.
Anzi ci comprano. Perchè il mercato non è più dei grandi marchi dell’offerta , ma è dominato dall’individualità di chi compra . Conta l’interazione che sappiamo costruire, non la dimensione.
Beppe Vargiu – Italybureau alliance
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