Questa mattina nel porto di Cagliari è stato requisito un container di materiale medico destinato alla Liguria. Nella fattispecie la Sardegna ha requisito una fornitura destinata in Liguria, per necessità delle proprie ASL.

Scoppia la guerra civile delle mascherine.

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Un conflitto analogo è appena avvenuto con un carico fra Campania e Lombardia.

Poco fa @Luigi Di Maio ha annunciato lo sblocco dell’export dispositivi da parte di Francia e Germania. Sarà, ma temo che con la pandemia in casa avranno ben poco da darci, a parte la propaganda. Che poi con l’aria che tira Regione Piemonte o Lombardia potrebbero sempre requisire un carico in transito per il Veneto o l’Emilia.

Quello che sconcerta è che mentre dobbiamo affrontare la più grande emergenza del secolo ci permettiamo di distogliere gli uomini di Protezione civile, Nas, Polizia da miliardi di incombenze primarie per mandarli a sequestrare container Italia su Italia per combattere questa assurda guerra fra poveri.

Ma stiamo impazzendo? Perche’ succede tutto questo?

Eppure le #mascherine non mancano sul mercato internazionale, anche se i paesi confinanti se le tengono strette. 

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Secondo @Bruno Spiga, e @Mauro Alice entrambi innovation e exportmanager associati a Uniexportmanager e attivamente impegnati nel sostenere l’arrivo in Italia del materiale necessario, in Cina sono usciti dalla crisi e hanno ripristinato abbondanza di produzione.

Ma la burocrazia non consente di importarla. Ne abbiamo parlato per primi.

Abbiamo una domanda impellente da milioni di persone e ci permettiamo di lasciare che la merce pronta e idonea resti ferma presso i fabbicanti esteri.

In Italia qualcuno si sta attivando per produrre in casa, ma l’ostacolo non sono tecnologia e know how bensi i costi e i tempi delle certificazioni. Ossia sempre burocrazia, la stessa che manda i Nas nei porti e requisisce i camion.

Uniexportmanager ha già diffuso una lettera aperta alla TaskForce e al Commissario per l’Emergenza Virus Domenico Arcuri (peraltro non ancora insediato). La trovate qui:

https://www.linkedin.com/pulse/perch%C3%A8-non-si-trovano-le-mascherine-giuseppe-vargiu/

In realtà il decreto 9 del 2marzo all’art 34 consente l’uso di dispositivi idonei anche senza marchio CE. I problemi sono 3:

  1. consente l’utilizzo ma non ne autorizza l’importazione;
  2. appena importati i dispositivi sono sequestrati in Dogana perche’ anche se idonei all’uso, non sono conformi alla codifica europea, per cui può configurarsi denuncia penale, e possono essere avviati alla distruzione.
  3. se le forniture estere non sono sequestrate dalle Dogane, sono requisite per pubblica utilità da prefetture, Regioni, Nas e dalle protezioni civili regionali di turno, che come abbiamo visto sono piena guerra civile l’una contro l’altra. 

Sardegna schierata contro i Liguri, Campania contro Lombardia. Quando le sedie non bastano anche se ci accoltelliamo tra di noi per prendere i posti qualcuno resterà in piedi. C’e’ poco da fare: i dispositivi non bastano per tutti.

Cosa fare? Una soluzione esiste. Subito e a costo zero.

Una rettifica immediata all’art34 del decreto 9 del 2marzo per consentire non solo l’uso ma anche l’importazione senza rischio requisizioni, e rispondere al bisogno impellente di milioni di persone.

Altri esperti potranno forse trovare soluzioni migliori. Resta il fatto che il problema esiste e non si risolve con gli annunci che arriva il soccorso di Francia e Germania o l’aereo cinese carico di medici e mascherine.

Associazioni e operatori che ogni giorno vivono l’import export di questo settore, chè è uno di pochi che lavora per rispondere alla domanda insoddisfatta di milioni di persone, sono a disposizione delle istituzioni. @ Signori Commissari , Ministeri, Task force: Parlate con loro.

Giuseppe Vargiu